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Il volume ripercorre la storia della fortuna del poema tassiano nel teatro e nell'epica del Sei e del Settecento seguendo un duplice percorso: da una parte esamina numerosi casi, più o meno noti, di precise rifunzionalizzazioni dell'epopea del Tasso, indagando le modalità in cui esse prendono corpo in periodi e contesti culturali differenti; dall'altra avvia una riflessione che appare sempre più cruciale, nel panorama degli studi contemporanei, sull'impatto decisivo della Liberata nello sviluppo della teoria sei-settecentesca dei generi letterari. Il poema tassiano non costituisce soltanto uno snodo ineludibile, in sede teorica, per i protagonisti seicenteschi dell'epica italiana, restii a recitare la parte degli epigoni o degli imitatori, ma condiziona anche l'evoluzione del teatro sei-settecentesco, producendo, tanto in Italia quanto in Francia, una torsione della tragedia e del dramma per musica verso l'epica, di cui non sempre è stata rilevata l'importanza.